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L’uomo è infelice perché non sa di essere felice. Solo per questo. (F. M. Dostoevskij)

“Chi lo comprende sarà subito felice, immediatamente, nello stesso istante.” Così termina la frase della citazione che ho scelto come titolo per questo articolo, tratta del romanzo I Demoni, che Dostoevskij scrisse nel 1872, un concetto sorprendentemente semplice espresso in un periodo in cui le difficoltà della vita erano sicuramente maggiori di quelle che stiamo vivendo ai giorni nostri.
Questo articolo, che desidero riproporre oggi, l’avevo pubblicato qualche anno fa in occasione della Giornata mondiale dei disturbi mentali, istituita nel 1992 da Richard Hunteril, vice Segretario Generale della Federazione mondiale per la salute mentale (WFMH), riconosciuta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle Nazioni Unite, che quest’anno si celebrerà il 10 ottobre e il cui tema sarà “Giovani e salute mentale”.
A farmi scattare la molla a scrivere questo articolo era stata una trasmissione della Radiotelevisione Svizzera Italiana “Millevoci”, condotta dalla giornalista Michela Daghini, dal tema “Costruendo la nostra piccola felicità” e della quale allego file audio a fondo pagina, in quanto l’ho trovata molto interessante e ricca di spunti di riflessione.
Sono sincera, non conoscevo questa trasmissione e l’avevo ascoltata unicamente perché sapevo fosse ospite il Maestro Zen Tetsugen Serra, che pur non avendo mai avuto la fortuna d’incontrare, avevo iniziato a seguire durante il lockdown per mezzo dei video che pubblicava quotidianamente, alle sue lezioni pubblicate nel canale YouTube del Monastero Zen Il Cerchio e grazie ai suoi libri.
Il fulcro del dibattito, al quale erano intervenuti anche la psicoterapeuta Cinzia Pusterla e il filosofo della scienza Armando Masserenti, direttore del supplemento culturale Domenica de Il Sole 24 Ore, era la spasmodica ricerca del benessere psicofisico, di quella felicità da molti ritenuta un miraggio ed effimera, che invece la si può trovare molto vicino a noi, solamente cambiando atteggiamento, seguendo un processo di cambiamento nel nostro modo di vedere e dare valore alle cose.
Talvolta basterebbe ricercare nelle nostre azioni quotidiane un momento simbolico che evochi uno stato di felicità, come citato della psicologa Pusterla, che lei stessa trova nel semplice gesto di stendere il bucato al sole e vederlo muovere dal vento nella natura che la circonda.
Un piacevole ascolto di 50 minuti ben spesi tra brevi citazioni che ben sintetizzano il concetto di felicità, dal filosofo Schopenhauer, pessimista per eccellenza, che nella massima n° 27 del suo libro “L’arte di essere felici” scrive che “bisognerebbe osservare spesso quelli che stanno peggio di noi”. Passando a Dostoevsky, con la citazione che ho rubato come titolo di questo articolo e terminando con Seneca “Nessuno è infelice se non per colpa sua”, pensieri filosofici che insegnano che solo grazie a un cambiamento, si può essere positivi e felici.
La sintesi per il Maestro Tetsugen Serra, padre del programma MindfulZen, un aiuto alla ricerca della saggezza che ha esaustivamente spiegato nei suoi libri “Zen 2.0” e “Zen 3.0”, è l’insegnamento che possiamo trovare osservando un gatto, che trae il massimo del piacere da ogni momento della sua esistenza, concetto ben espresso dallo scrittore statunitense John Grey nel suo libro Filosofia Felina, punto sul quale non posso che trovarmi pienamente d’accordo, avendo imparato molto dai miei mici, l’indimenticabile Kimi e Oliver, “i miei piccoli monaci Zen pelosi”.
Nell’intermezzo musicale, riascoltando la splendida voce di Adele nel magnifico brano Chasing Pavement, ho fatto una riflessione. Penso che la televisione sia sotto certi aspetti una delle principali cause d’infelicità e ansia per molte persone. Da qualche anno a questa parte i vari talk show sembra vogliano girare il dito nella piaga nel problema del momento, incutendo quella paura che genera ansia. Prima il Covid, dove una schiera di virologi davano informazioni discordanti, poi le guerre, in Ucraina, a Gaza e in molte altre parti del mondo che non vengono menzionate, ma mietono vittime innocenti. I programmi di un certo spessore culturale ormai sono ridotti al minimo e viene dato sempre più spazio alla TV spazzatura, con i reality al limite della decenza che sicuramente non rafforzano i veri valori della vita, tutt’altro. Ogni palinsesto ha il suo talent show, ragazzi che sognano il palcoscenico, di diventare famosi, spesso a discapito della loro formazione scolastica. Vogliono assomigliare in tutto e per tutto ai loro idoli, ma non sono gli unici. Donne e uomini che emulano i personaggi televisivi, che non accettano gli anni che passano e sono alla costante ricerca della perfezione fisica e dell’apprezzamento.
Forse per il benessere di tutti una priorità globale bisognerebbe proprio spegnere la televisione. Sarò troppo all’antica, da qualche anno ho deciso di non tingermi più i capelli, non ho abiti firmati, non ho mai guardato una puntata del Grande Fratello o Isola dei Famosi, ma grazie allo Zen e ai suoi insegnamenti ho scoperto che la felicità è sempre stata qui, accanto a me e quando mi sento un pò giù di corda mi rifugio nella natura, in mezzo al verde, in riva a un lago e accarezzo la corteccia di un albero, ricaricandomi di positività. Anche se questa primavera inoltrata ci sta regalando molte giornate grigie ed uggiose, è possibile trovare il sole dentro di noi, apprezzando i piccoli grandi doni quotidiani della vita.

Emanuela Trevisan Ghiringhelli

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