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La natura orribile.

Non ci sono parole davanti a quello che è accaduto in Siria e Turchia. Davanti alla devastazione e alla disperazione c’è solo la risposta del silenzio. Però silenzio non significa passività e impotenza, ma essere in profonda connessione con la sofferenza, consapevoli che noi tutti siamo uno.

Silenzio, però, è anche sinonimo di restare senza parole, davanti ad una natura che con le sue trasformazioni si mostra superiore a qualsiasi presunzione di essere dominata. Siamo davanti ad una grande ferita, dell’uomo e della terra che ci ospita. Senza demagogia né rassegnazione, i terremoti sono sempre stati parte della continua e naturale mutazione del nostro pianeta: esso muta senza chiederci il permesso, e il nostro bagaglio di scienza, tecnica, industrializzazione non serve per poter con esso mediare. Ma in questo ultimo decennio assistiamo ad eventi estremi che forse manifestano una sofferenza del pianeta di cui siamo responsabili. Nella nostra rincorsa ad un presunto benessere abbiamo contribuito a rompere i ritmi e i cicli propri della natura, abbiamo saccheggiato le risorse, abbiamo costruito andando troppo in alto dimenticando le radici, abbiamo creduto di essere padroni di tutto allontanandoci da quell’armonia necessaria perché di questo mondo siamo solo una piccola parte, . Occorre tornare in sintonia con la natura il più in fretta possibile, non c’è tempo, e noi uno ad uno possiamo contribuire a questo.

MEDITAZIONE DEL RITORNO ALLA TERRA O GROUNDING
Il “grounding” Consiste nello sdraiarsi a terra, abbandonando gradualmente muscoli e tensioni all’abbraccio con la terra soffermandosi sulla percezione del contatto con l’erba e con il suolo.
Assicuratevi di essere in una posizione naturale, senza rigidità, in totale rilassamento, in modo che l’intera superficie del vostro corpo aderisca alla terra. Abbandonatevi totalmente a questo elemento da cui la nostra corporeità è nata e a cui farà ritorno.
Questo esercizio permette di recuperare un’essenzialità originaria, di “ancorarsi” al presente, al qui-e-ora, e aprire più facilmente i sensi all’incontro con la vegetazione che ci circonda.

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