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Karma, o la forza del destino…?

Se dovessimo chiedere a qualcuno tra tanti quale sia una delle prime parole legate alla spiritualità orientale che possano venirgli in mente, una di queste sarà sicuramente “Karma”.

Questa parola dal sentore esotico viene associata all’idea che possiamo farci del destino, una forza che guida le nostre vite e su cui è scritta la trama della nostra personale avventura. Nel Buddhismo, però, il karma è qualcosa di molto più concreto: deriva da una parola sanscrita che significa “azione” e raccoglie tutto l’insieme delle esperienze e delle scelte che facciamo in ogni momento della nostra vita, legate in un rapporto di causa ed effetto. Come dimostrato dagli studi dell’antropologia culturale, i ricordi delle nostre esperienze determinano la nostra risposta alle circostanze del presente, e di conseguenza il nostro carattere, la nostra personalità e il nostro modo di rapportarci con gli altri. Insomma, determinano l’idea che abbiamo di noi stessi, il nostro Ego.

Sempre secondo le filosofie orientali, la natura del mondo è un flusso di eventi interdipendente, e la stessa cosa vale per ognuno di noi e per il mondo che ci circonda: ogni fenomeno che entra in contatto con noi determina le nostre azioni, e ogni nostra azione ha la sua parte nel determinare la catena di cause e di effetti su cui scorre l’universo.
L’enorme rete di variabili che comprende l’insieme del karma ci stringe come il destino perché la nostra mente non può elaborare ogni fenomeno che ha un’influenza anche in questo momento, ma, a differenza di esso, una volta che ne abbiamo coscienza, ne siamo completamente responsabili e abbiamo la possibilità di esserne protagonisti, se riusciamo ad averne consapevolezza.

Sempre secondo il buddhismo delle origini, l’obiettivo della pratica è quello di eliminare gli effetti del karma, che vede una definitiva estinzione con il raggiungimento del Risveglio del Buddha e con il Parinirvana, cioè una morte che non comporta una nascita successiva. Ma come è possibile agire nella nostra vita senza creare nuovo karma? E’ possibile agire non creando cause per aumentare quella distanza tra noi e il mondo che accresce la nostra suscettibilità verso i veleni di brama, avidità ed indolenza e accrescere il nostro ego? E’ un grande koan, e l’attenzione e la consapevolezza ci danno le chiavi per risolverlo, nella ricerca di un’armonia con gli avvenimenti e con le persone . Finché, saldi nella nostra pratica, non saremo in grado di muoverci come un giovane monaco, un Unsui, come il vapore dell’acqua che si muove con il vento.

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