Il Dolore è me ma io non sono Lui.
Quello che è importante è la giusta relazione tra il nostro dolore e la sofferenza della mente.
Non lasciare che il dolore sia nella mente, il dolore è nel corpo, non aggiungete sofferenza (della mente) al dolore fisico. Il dolore per quanto forte è nel corpo e la nostra mente può aiutarci ad alleggerirlo evitando di creare altra sofferenza con la mente. Non è facile ma con la meditazione è possibile. Alle prese con la malattia, si ha la possibilità di praticare la comprensione che la nostra mente è libera, è il nostro corpo che soffre.
Non possiamo sempre tenerci lontani dal dolore, ma si può imparare a gestire la sofferenza e a non identificarsi con il dolore. Non devi avere paura del dolore.
Può esserci il dolore del corpo, ma spesso è la nostra mente che amplifica il dolore del corpo e lo trasforma in sofferenza della nostra mente.
Con chiarezza attraverso la meditazione mi rendo conto che il dolore per quanto forte è del mio corpo, che la mente non soffre è il corpo che sta’ soffrendo. Questa consapevolezza mi permette di affrontare il dolore senza coinvolgere la mente e spesso anche il dolore fisico diminuisce.
Bisogna continuare a praticare con chiarezza in questo modo. Ogni volta che nasce il dolore, a prescindere dal fatto che sia forte o no, non vedetelo come il vostro dolore, ma solo come il dolore del vostro corpo, prendetene cura amorevolmente ma non fatevi coinvolgervi totalmente. Anche se la malattia è grave la vostra mente può essere serena, so che è difficile, ma è anche possibile, dipende tutto dalla nostra mente.
La serenità dipende dalla nostra mente non dal dolore del nostro corpo.
Lo zen ci dice che tutto è uno, ma anche che l’uno è il tutto. Mente e corpo sono uno, ma la mente è la mente e il corpo è il corpo.