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Abbiamo meditato nel Metaverso

Abbiamo partecipato all’evento del Monastero Zen Il Cerchio: l’apertura di un Monastero nel Metaverso con una meditazione del Maestro Tetsugen Serra. 
Ma cos’è il Metaverso? Molti se lo chiedono e pochi riescono a capirlo. Sappiamo che è uno spazio virtuale in cui accadono cose alle quali possiamo accedere attraverso la rete.
Così come l’ha concepito il Cerchio gli utenti, attraverso i loro avatar, possono compiere azioni concrete immersi nella realtà di un vero Tempio Zen con diverse sale interattive di apprendimento e pratica. 
Sebbene le varie tecnologie stiano ancora affinandosi, sicuramente questo è un terreno interessante da esplorare soprattutto per le sue grandi potenzialità nelle relazioni tra gli individui. Sostanzialmente si tratta di iniziare a familiarizzare con un nuovo linguaggio comunicativo che può fungere da diffusore di pensiero in una maniera più immersiva. “Non mi limito ad essere collegato, ma posso entrare con un avatar nello spazio in una sorta di dimensione altra in cui si svolgono cose altre”. Ciò riempie, in un certo senso, la voglia dell’uomo di essere “pluripresente” e godere anche dell’intangibile.
Come dice in un’intervista il Maestro Serra, oggi passiamo tanto tempo davanti a strumenti che ci collegano e che si evolvono costantemente e il prossimo passo sarà proprio quello del Metaverso, dove sarà possibile collegarsi e fruire di insegnamenti di grandi maestri quando si vorrà e senza barriere di spazio e tempo. Sottolinea anche l’aspetto dello stare insieme e interloquire quando si vuole, senza bisogno di recarsi in uno spazio fisico.
Ma il Metaverso è ancora un qualcosa in divenire, fatto di tecnologie che prevedono anche l’utilizzo di Intelligenza Artificiale e strumenti per la realtà aumentata che stanno evolvendosi ma che, in fondo, sono solo ancora un’idea. Anche se la fisicità è la corporeità non verranno meno perché nell’ambito del buddhismo sarà sempre centrale: “Io sono “qui e ora”, ma anche là e altrove.

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